L'insetto invasore, la cimice
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Uno degli insetti più ampiamente diffuso al mondo, che si rinviene facilmente sia nelle zone temperate che in quelle tropicali, è la cimice verdastra delle piante: la Nezara viridula.
Ampiamente conosciuta non tanto per il bellissimo colore verde del corpo, quanto per il cattivo odore che emana quando si sente in pericolo e per “l’abitudine” di entrare dalle finestre in casa, quando le temperature esterne cominciano a scendere.
Lunga circa un centimetro e mezzo e larga poco meno di un centimetro ha la testa piccola e incassata nel torace, addome largo e ali ben sviluppate. Il volo risulta parecchio rumoroso e con un caratteristico ronzio. Crea gravi danni alle colture di leguminose, graminacee o alle piante da frutto.
Durante la stagione invernale, quando le temperature sono troppo basse per svolgere le loro attività, si nasconde nei luoghi più caldi: nelle screpolature dei muri, sotto le foglie o anche nei locali poco frequentati delle nostre abitazioni. In primavera raggiunge le piante erbacee e arbustive: leguminose, solanacee, crucifere, malvacee e graminacee, trovando nutrimento nella linfa. In questo periodo avviene anche l’accoppiamento e la deposizione delle uova, tutte unite insieme e “fissate” sotto la pagina delle foglie o sui frutti, nell’ordine di qualche decina ma che possono arrivare fino a un centinaio. Dopo pochi giorni, con le temperature alte, nascono i piccoli che in breve tempo, sempre nutrendosi di linfa, saranno in grado di riprodursi a loro volta e dare vita ad una nuova generazione.
Nei territori più caldi si riescono ad avere anche quattro generazioni annue.
Specie affini sono la Piezodorus lituratus e la Palomena prasina.
Negli ultimi anni, i disagi causati da queste specie “tradizionalmente” presenti sul nostro territorio, sono stati di gran lunga superati da quelli causati da un loro stretto parente originario della Cina, Giappone e Taiwan: la cimice marmorata asiatica, la Halyomorpha halys.
Quest’ultima risulta molto più infestante e ugualmente vorace e polifaga; le femmine depongono da cento a cinquecento uova, quindi fino a cinque volte di più rispetto alla “nostrana” cimice verde e, nei climi temperati come quello italiano, anche per Halyomorpha halys si possono avere fino a quattro generazioni annue.
La lotta a questi insetti risulta particolarmente difficile per vari motivi:
- vivono e si riproducono nei campi coltivati
- tendono a distribuirsi in maniera uniforme sulle colture e difficilmente creano assembramenti quando sono nel periodo riproduttivo
- si nutrono di linfa delle piante e quindi non c’è disponibilità in commercio di possibili esche
- si nutrono di una grande varietà di piante diverse
- si riproducono nei campi incolti e nelle zone marginali.
Spesso ci rendiamo conto della loro presenza e siamo infastiditi solo all’inizio dell’inverno, quando, per motivi termici, tendono ad avvicinarsi alle nostre abitazioni, magari infilandosi tra i panni stesi e creando un grande disagio.
Per i motivi detti, se la lotta con i feromoni può risultare efficace in pieno campo, quando le cimici sono nel periodo riproduttivo, diventa difficile nei pressi delle abitazioni quando, all’inizio dell’inverno, le cimici non si riproducono più e cercano solo un posto caldo dove passare il periodo sfavorevole.
L’unico modo per difendersi, quindi, è una difesa passiva con zanzariere e l’utilizzo di prodotti chimici anche pronto all’uso che permettono di impedire l’ingresso nelle case e negli altri ambienti antropizzati. Inoltre, è sempre importante migliorare la gestione del verde e dei campi incolti.